Quando nessuno sarà più in grado di capire cosa stiano facendo le intelligenze artificiali, solo il codice aperto permetterà di verificare a cosa siano finalizzati gli algoritmi.
Nell’era dell’informatica, si rischia di avere un progresso solo tecnico, senza progresso morale ed etico. Per questo credo che, tra tanti post inerenti la tecnologia, sia necessario un momento di riflessione circa l’evoluzione o involuzione della società a seguito dell’introduzione di nuove tecnologie.
Il miglioramento del software e l’utilizzo di algoritmi autoapprendenti comporterà, da parte degli imprenditori, l’impiego di tool informatici sempre più sofisticati. Il momento in cui non comprenderemo più le scelte fatte dalle intelligenze artificiali è definito col termine singularity.
Si va verso una jobless society, una società senza lavoro. Per non vivere acriticamente e passivamente questo cambiamento, dobbiamo porci delle domande. L’automazione libererà l’uomo dal lavoro o lo priverà della fonte di sostentamento?
A mio avviso, quando la disoccupazione, derivante da tecnologia, raggiungerà il 40%, solo un reddito di cittadinanza permetterà alle persone di dedicarsi a cose nobili abbandonando l’attività lavorativa finalizzata alla mera sopravvivenza.
Alle IA vengono sempre più delegate decisioni inerenti gestione aziendale, finanza, medicina, assicurazioni, giurisprudenza, sicurezza, criminalistica, ecc. Il codice aperto, leggibile ed analizzabile da chiunque, sarà l’unica soluzione per limitare errori di programmazione dalle ricadute gravissime. Un eventuale errore di programmazione, ad esempio una rarissima casistica non contemplata dai programmatori, creerebbe errori giudiziari, persone ingiustamente indagate, diagnosi mediche sbagliate e altre problematiche.
E’ inutile reagire col luddismo, al contrario, risulta utile affrontare le problematiche future con largo anticipo, con politiche sociali ed economiche atte a recepire il cambiamento e traguardare risultati positivi, non miseria. Altrimenti il genere umano rischia di rendere sé stesso superfluo.
«La resistenza contro qualunque nuova idea è proporzionale al quadrato della sua importanza».
Bertrand Russel
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