Riflessioni su tecnologia, neurodiritti e futuro

Gli imperi del futuro, sono gli imperi della mente.” (Winston Churchill)

Piegare il nemico senza combattere la guerra“. (Sun Tsu, L’arte della guerra)

Il trucco più intelligente che il diavolo abbia mai fatto è stato quello di far credere alla gente che non esiste“. (frase tratta dal film I soliti sospetti, 1995)

Il cervello umano è la nuova terra di conquista del Ventunesimo secolo.
La guerra per il controllo del processo decisionale potrebbe essere combattuta da nazioni al fine di destabilizzare politicamente gli avversari (infowar), da multinazionali a fini di marketing (neuromarketing) e da forze politiche o classi dirigenti (gamification, ingegneria sociale) per il controllo sociale.

Le nuove tecnologie sono, nella storia, uno degli elementi determinanti per cambi di equilibri ed cambiano l’etica. Pensiamo alle armi da fuoco che hanno determinato la fine della cavalleria. La macchina a vapore ha innescato la rivoluzione industriale e, di conseguenza, nuove situazioni economiche e di ceto comportanti la fine dell’Ancien Régime. La guerra di Troia sì sbloccò con la costruzione di un artefatto (il famoo cavallo), uno stratagemma dal risultato esiziale.

Anche Internet è una tecnologia rivoluzionaria. Internet è nata per scopi militari, dal progetto Arpanet, una rete costruita tra gli anni 60 e 70 del Novecento dalla Advanced Research Project Agency del Pentagono. Le idee ispiratrici erano di Paul Baran, ricercatore della Rand Corporation. In particolare l’idea base consiste nel creare un sistema utile a condividere informazioni ed in grado di resistere ad un attacco nucleare.

Un sistema reticolare, ove non c’è un nodo preminente che controlla il traffico dati. I messaggi vengono frammentati in piccole parti veicolate su percorsi diversi e attraverso diversi nodi prima di essere ricongiunti una volta arrivati a destinazione.

In caso di distruzione di alcuni nodi, il risultato sarebbe comunque raggiunto grazie agli altri nodi.

Paradossalmente internet è una architettura nata con scopi militari ma che raggiunge un fine “anarchico”, far funzionare un sistema senza una autorità centrale. Controllare totalmente internet? Impossibile, è pura illusione. Una enorme fonte di dati ed informazioni incontrollabili. Ciò ha aspetti positivi e negativi. Dall’ossessione stata del controllo probabilmente discende la necessità di bollare alcune notizie non allineate come fake news. La Chiesa, secoli fa, marchiava alcuni libri con delle croci, un testo con tre croci era pericoloso.

Nel passato il processo cognitivo era meno aggredito da influenze esterne.

Miliardi di utenti del web possono essere l’obiettivo di propagande, pubblicità e gameficazione. Meccanismi di “ricompensa” psicologica, impressi negli algoritmi dei software, potrebbero innescare “automatismi” nella mente umana. Inoltre, riporre la fiducia negli algoritmi è prima di tutto una delega cognitiva. Quindi l’aggressione al cervello umano può concretizzarsi proprio attraverso la Rete, mandando in tilt il pensiero. Gli esiti sono polarizzazione, filter bubble, sino a confusione e paura. La fine del Pensiero quale prodromo di un confusione cognitiva tale da esporre la popolazione ad obnubilamento della mente per normalizzarla, classificarla o escluderla.

Nella infowar, le parti avverse cercano di modificare i comportamenti collettivi su larga scala.
E’ possibile vincere una guerra militarmente ma perderla politicamente. Di conseguenza l’informazione è strumentale a vincere senza combattere o vincere prima dello scontro armato.

Nel Ventesimo secolo, Gustave Le Bon (autore de La psicologia delle folle) ha osservato come le folle non siano brave a ragionare bensì siano abili ad agire, concludendo che saper impressionare la massa significa governarla. All’inizio del secolo, Edward Bernays, uno dei primi spin doctor, e Walter Lippmann, consigliere del presidente americano Woodrow Wilson, furono i precursori della fabbrica del consenso per la propaganda.

A livello di marketing, assistiamo da tempo alla trasformazione dei cittadini in consumatori. In questo quadro, l’acquisto non è più soddisfacimento di un bisogno ma di un desiderio. Già nella seconda metà del Novecento, Marcuse (autore de L’uomo a una dimensione) intravedeva una società ove le persone son meri consumatori, in un ciclo di produzione e consumo.

I filosofi della french theory, i decostruzionisti e Michel Foucault, negli anni Sessanta teorizzavano che la scomposizione delle strutture linguistiche permettesse di modificare la realtà. Quindi strutture linguistiche come strumento di potere. Battaglie terminologiche per vincere conflitti politici e culturali.

Il rischio, in questo scenario, è che le multinazionali nel vendere i loro prodotti e servizi, cerchino di eliminare il dubbio. Proprio chi attacca le cosiddette fake news potrebbe avere tutto l’interesse a eliminare dubbi, negare o impedire controversie scientifiche dannose per il loro marketing. Il modo migliore potrebbe concretizzarsi nel bollare come fake ciò che falso non è, manipolando e deviando la ricerca scientifica attraverso investimenti e pubblicità per ricerche a loro favorevoli o mobilitando opinionisti, medici o scienziati prostituiti al potere.

Tutto ciò è ingegneria sociale, elicitazione, la manipolazione della mente.

Basti pensare che i social media hanno linee guida che permettono di rallentare o bloccare notizie. Rallentando la diffusione, certe notizie potrebbero essere diffuse quando ormai politicamente disinnescate. Inoltre, un conto sono le informazioni “open source” gratuitamente estraibili, altra cosa è la complessiva massa di dati a disposizione solo del titolare del social media.

Anche la storia è un obiettivo di questa guerra invisibile. La nuova battaglia sulla storia è nella sua essenza una battaglia contro la storia, sia come disciplina sia come dimensione cognitiva; si farebbe bene a diffidare di chi propone teorie e condanna personaggi del passato, anche arcaico, collocando le persone fuori dal loro tempo, ”convocandoli” nel presente per condannarli. Il passato e il presente così si confondono, diventano contemporanei, perché contemporaneo è il criterio per giudicare senza considerare il contesto storico, sociale ed economico nel quale si son svolti i fatti.

Nell’anarchia di internet, oltre a guerre fra Paesi e fra multinazionali, son possibili anche tentativi di controllo sociale da parte della classe dirigente.

Tra i pilastri ideologici dell’elite dominante sembra potersi intravedere la rieducazione del popolo ed il controllo sociale attraverso tecnologia e informazione. Oggi la colpa si instilla nei cittadini con inquinamento e debito pubblico. Questa ipotesi mi riporta alla mente un testo. Il libro è La spada ed il crisantemo, pubblicato nel 1946, all’indomani di Hiroshima, commissionato a Ruth Benedict dall’Office of War Information degli Stati Uniti per studiare il nemico. L’autrice ed antropologa, studiando la cultura giapponese, arguisce una interessante dicotomia. La cultura occidentale, basata sul cristianesimo, perpetrava il controllo sociale con la colpa, mentre in oriente il risultato si otteneva con la cultura della vergogna.

Le dittature del futuro avranno bisogno di cittadini che applaudono assorbendo frasi di riprogrammazione mentale, che guardano programmi TV strumentali alle finestre di overton, consumatori malati di diabete e obesità, o peggio cancro, innocui esecutori dell’agenda di qualche multinazionale?

In sè la tecnologia è neutra, può essere utilizzata a fin di bene o in modo offensivo.

Le tecnologie in grado di cambiare gli equilibri esistono già e ne nascono di nuove ogni giorno. Le aziende stanno investendo in matrici di realtà alternativa. Esistono progetti per collegare il cervello a input/output per potenziamento cognitivo (uno dei più famosi è Neuralink di Elon Musk), altri per rendere più immersiva la fruizione di internet attraverso un mondo virtuale (esempio ne è il metaverso). Mente sana in corpo sano, quindi tecnologia per cibo e medicine: hamburger sintetici, vaccini RNA, ecc. Se qualcuno può disporre dei nostri corpi, non abbiamo libertà. Quindi il Biopotere ed i neurodiritti sono la sfida politica del futuro.

Una società tecnologica, per essere efficiente, necessita di indebolire i legami familiari e comunitari affinchè la lealtà degli individui sia prima di tutto verso il sistema e secondariamente verso cose futili, come la squadra di calcio. Calcio e vari sport come valvole di sfogo, meglio convogliare dei facinorosi in un ambiente chiuso come uno stadio anzichè nelle piazze a manifestare per obiettivi pi attinente all’economia reale. Si assiste quindi, attraverso appositi modelli di comportamento, diffusi da televisione ed internet, ad un indebolimento delle istituzioni principali, quali scuola, famiglia e comunità religiose.
Il Cile è stato il primo Paese a dotarsi di norme afferenti ai neurodiritti. Tali diritti afferiscono alla privacy mentale, al libero arbitrio, all’identità personale, alla parità di accesso alle tecnologie di potenziamento cognitivo e alla protezione contro bias algoritmici.

Altro spunto di riflessione che propongo al lettore attiene all’effetto farfalla.

L’effetto farfalla è una locuzione indicante l’estrema sensibilità alle condizioni iniziali esibita dai sistemi dinamici non lineari, ossia piccolissime variazioni nelle condizioni iniziali producono grandi variazioni crescenti nel comportamento dei suddetti sistemi.

“Può il batter d’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?” è il titolo di una conferenza tenuta da Lorenz nel 1972. Premesso ciò, la domanda è: la Rete ed i nuovi strumenti tecnologici, facilitano l’effetto farfalla?

Siamo tutti connessi quindi è logico supporre che alcuni cerchino di pianificare il controllo là dove un flusso senza fine e senza senso connota l’esistenza umana nel web, dove tutti scrivono e postano, ma nessuno comunica davvero. Continue ricerche, notizie flash, like compulsivi, ogni situazione implica una serie di probabilità, una infinità serie di scelte. Frattali casuali? In questo contesto, chi può detenere, almeno parzialmente i gangli della Rete, può essere tentato di divenirne il grande coreografo.

Lo sviluppo tecnologico, senza sviluppo dell’etica non regala progresso, bensì dissoluzione, non ci dà libertà, bensì alienazione dalla realtà.

L’unico antidoto ai veleni per la mente è un mix di cultura, scetticismo e relativismo. Per chi ha la mente aperta e si interroga, molte sono le domande in attesa di riflessione.

Ci attendono paradisi virtuali o inferni?

Senza hacking e pensiero computazionale sarà possibile fermare le dittature del futuro?

E’ possibile una economia basata su consumi continuamente in crescita?

Il Biopotere è la sfida politica del futuro?

 

Bibliografia, sitografia ossia fonti di approfondimento:

https://it.wikipedia.org/wiki/Edward_Bernays come da accesso del 18dic2022

https://www.treccani.it/vocabolario/elicitare/ come da accesso del 18dic2022

https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858127070 come da accesso del 22dic2022

https://it.wikipedia.org/wiki/Gamification come da accesso del 23dic2022

Andrea Gandini, Cyberfuture, Blue editore, 2022

Andrea Gandini, Il buio oltre il web, Blu editore, 2018

www.thegoodlifeitalia.com/neurodiritti-menti-e-potere/ come da accesso del 23dic2022

https://www.rand.org/about/history/baran.html come da accesso del 18dic2022

https://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_farfalla come da accesso del 18dic2022

www.tio.ch/dal-mondo/attualita/1455680/censura-social-contenuti-algoritmo-controllo come da accesso del 24dic2022

www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/social-network-e-censura-come-funziona-chi-colpisce-e-perche/ come da accesso del 24dic2022

https://agendaestadodederecho.com/neuroderechos-en-chile-consagracion-constitucional-y-regulacion-de-las-neurotecnologias/ come a accesso del 25dic2022

https://www.bcn.cl/leychile/navegar?idNorma=1166983 come da accesso del 25dic2022

Andrea Gandini è un giurista e programmatore, autore di manuali e saggi. Master di secondo livello in protezione dei dati; perfezionamento in programmazione per giuristi e legal tech; laurea in giurisprudenza; diploma di perito informatico.​​ Responsabile di amministrazione del Personale presso una azienda ove partecipa a progetti di digitalizzazione ed automatismi amministrativi. A livello extra aziendale, svolge occasionali consulenze di office automation e protezione dati. Blog personale: www.dottorgandini.it Il dottor Gandini è autore dei seguenti ebook: Cyberfuture; Il buio oltre il web; Guadagnare con i bitcoin; Cavalca le bolle speculative; Dal CAD al web; Come trovare lavoro e fare carriera in tempo di crisi; Programmatore in 3 giorni. Blog personale: www.dottorgandini.it Progetto: www.normativedatabase.net